Il flooding nel cane

Cos’è il flooding

La pratica del flooding, in italiano detta anche “immersione”, è una tecnica utilizzata anche in psicologia umana, che produce inizialmente una risposta ansiosa di massima intensità e, come conseguenza ad un’esposizione ripetuta dello stimolo fobico, “dovrebbe” successivamente essere seguita da un decremento fisiologico.

Detto altrimenti: soffri di vertigini? Sali su un grattacielo. Hai paura dei ragni? Entra in una stanza stracolma di ragni. Hai paura della gente? Vai allo stadio. Gli esempi potrebbero andare avanti all’infinito, ma credo che il concetto sia chiaro.

L’applicazione nel cane

A dire il vero non abbiamo dati certi sull’utilizzo di questa tecnica sulle persone, ma sappiamo che seppur utilizzata con frequenza in passato, negli ultimi anni ci si rende conto che non sia esattamente il metodo migliore per superare una paura.

Nei cani questa tecnica è, ed è stata utilizzata in passato con fortune alterne. Cesar Millan, il noto addestratore americano fai da te, la utilizza senza remore. Il problema di fondo è che un tempo si pensava che il comportamento del cane fosse esclusivamente una risposta a stimoli esterni, istinto ed esperienza. Si escludeva quindi la possibilità che il cane possa essere influenzato anche da pensieri ed emozioni.

Il flooding è una cosiddetta “tecnica di rieducazione“, che di rieducativo ha ben poco. Per certi versi è basta sull’apprendimento tramite condizionamento classico, e ha come obiettivo di modificare il comportamento di una cane in risposta a uno stimolo o a una situazione, obbligandolo a rimanere in un determinato contesto finché la sua risposta fisiologica non si annulli.

Esempi: il tuo cane ha paura dell’acqua? Prendilo in braccio e gettalo in mare. Ha paura degli altri cani? Chiudilo in bagno con 7 cani.

Anche questo è maltrattamento

Spero sia evidente che questo metodo di educazione non abbia nulla di educativo, e in certi casi la sua applicazione sconfina nel maltrattamento vero e proprio. Il problema è che purtroppo molto spesso questa tecnica porta dei piccoli risultati immediati, che possono convincere i proprietari che quell’addestratore abbia fatto un buon lavoro.

Immaginate ad esempio un cane che ha paura degli altri cani, è insicuro, e dimostra questi sentimenti ringhiando e abbaiando in modo forsennato. Una possibile soluzione (che noi non adotteremmo mai), sarebbe quella di fare passeggiate continue in luoghi pieni di cani, costringendolo in qualsiasi modo (quindi anche con la violenza) a ignorare completamente gli altri cani e non avere alcuna reazione.

Cosa succederà? Il cane in questione non avrà acquisito alcuna consapevolezza che che non c’è motivo per avere paura o voler aggredire. Avrà imparato a ignorare totalmente, sopportare e sperare di uscire il prima possibile da quella situazione. Non gli abbiamo dato alcun strumento per uscire dalle sue paure.

E’ se un giorno lo stimolo esterno diventasse eccessivo rispetto alla sua capacità di sopportazione? Cosa succederà?

Cerchiamo altre soluzioni

L’inutilità di questa tecnica è difficile da riconoscere alcune volte e si tratta di un metodo assolutamente controproducente. Se incontraste un educatore che vi propone di risolvere i problemi del cane in questo modo, fate dietrofront e cercatene un altro.

Esistono altri metodi per superare una paura, molto più lenti sia chiaro, ma veramente efficaci sul lungo periodo. Con la tecnica del flooding oltre a non risolvere assolutamente nulla, rischiamo di rovinare definitivamente il rapporto con il cane.

Ci proponiamo di essere un “cane-guida” per lui, un leader, un punto di riferimento. Ma che razza di leader mi porta in una situazione pericolosa e mi costringe a ignorare? Ma che razza di leader mi mette in pericolo (dal suo punto di vista)?


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