Il primo essere vivente nello spazio? Un cane, Laika.

Sono passati esattamente 60 anni da quel 3 novembre 1957 in cui, in nome della scienza, venne sacrificata la vita di un povero cane di nome Laika.

Non molti ricorderanno questo evento, e per la maggior parte di quelli che erano era già nati nel 1957 non sarà stato un evento particolarmente traumatico. Oggi ci sembra assurdo, ma questo evento pubblicizzato come una conquista in quegli anni, fu in realtà una sconfitta per il genere umano.

Esperimenti come questo, oggi si ripetono in laboratori segreti dove le aziende effettuano test su animali.

La storia

Il premier russo Nikita Kruscev, nel 1957, comunico agli scienziati che avevano progettato lo Sputnik la sua intenzione di lanciare una seconda navicella il 7 novembre 1957, giorno del quarantesimo anniversario della rivoluzione comunista.

Gli ingegneri non erano pronti in così poco tempo a varare un secondo e più sofisticato veicolo a cui stavano peraltro già lavorando da qualche mese, ma nessuno osò dire di no a Kruscev. Piccolo particolare: la nuova navicella avrebbe dovuto ospitare un essere vivente al suo interno.

Per via dei tempi strettissimi, la navicella fu preparata alla meno peggio con sistemi rudimentali che potessero consentire a un essere vivente di stare al suo interno, ma non fu dotata né di uno scudo termico né di un paracadute che permettessero al passeggero di tornare sulla Terra sano e salvo. Detto altrimenti, era una missione suicida.

La scelta era stata circoscritta ai cani perché gli scienziati erano convinti che solo loro possedessero l’intelligenza e la disciplina necessarie per affrontare un viaggio simile , oltre alla capacità di sopportare lunghi periodi di tempo in spazi ristretti. Ma a cosa serve intelligenza e disciplina per farsi uccidere in poco tempo su una navicella spaziale?

Venne scelta una meticcia di husky chiamata Kudryavka, poi ribattezzata Laika quando ci si rese conto che i media internazionali avrebbero avuto difficoltà a pronunciare e scrivere correttamente il primo nome.

Lo Sputnik II venne lanciato in orbita, con Laika a bordo, il 3 novembre 1957. I russi sbandierarono ai quattro venti la loro bravura nel mandare per primi un essere vivente nello spazio, e archiviarono la spedizione come un successo. Per decenni sostennero che “Laika era sopravvissuta diversi giorni nella navicella prima di soccombere a causa di un guasto alla strumentazione di bordo“.

Dopo quarantacinque anni, nel 2002, gli scienziati ammisero invece che Laika era morta poche ore dopo l’inizio della missione, molto probabilmente di paura. La capsula che la ospitava rimase comunque in orbita fino al 14 aprile 1958, 5 mesi dopo, quando rientrò nell’atmosfera terrestre e si incendiò.

Oleg Gazenko, ingegnere spaziale dell’ era sovietica, anni dopo rilascio al seguente dichiarazione: “Lavorare con gli animali è motivo di sofferenza per noi tutti. Li trattiamo come bambini che non possono parlare. Più passa il tempo, più mi rincresce per quello che è successo. Da quella missione non abbiamo imparato quanto bastava a giustificare la morte del cane”

Non ti crediamo caro Gazenko. Mettere Laika su quella navicella, senza alcuna speranza di tornare sana e salva sulla terra, equivale a prendere un fucile e spararle un colpo in testa. Non c’è nessuna scoperta che avrebbe potuto giustificarne la morte.

laika


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