In provincia di Trapani, per la precisione a Partanna, il Sindaco ha emanato un’ordinanza quantomeno curiosa: “E’ vietato ai cittadini alimentare i cani randagi”. Troppo assurdo per essere vero.
Sostentamento abusivo ai cani randagi
Nicolò Catania, sindaco di Partanna, per fronteggiare l’emergenza randagi nel suo comune ha ben deciso che la soluzione sia quella di togliere qualsiasi sostentamento da parte dei privati cittadini. Catania afferma infatti che sia necessario “eliminare il fenomeno del sostentamento abusivo ai cani randagi da parte dei cittadini che agendo umanamente nei confronti degli stessi, alimentano il vagabondaggio”.
Alimentano il vagabondaggio? Decisamente NO. Come riportato correttamente sul sito della Lega Nazionale per La Difesa del Cane, questa affermazione è priva di logica, perché il dare cibo ai cani randagi non li fa vagabondare ma al contrario li rende stanziali e quindi più facili da monitorare e tenere sotto controllo.
Oltre a questo bisogna aggiungere che togliere risorse a un gruppo più meno stabile di cani non farà altro che aumentare i contrasti fra di loro. Forse il sindaco Catania ignora che, anche senza il sostentamento dei cittadini, i cani randagi troverebbero ugualmente qualcosa di commestibile (nella spazzatura, ad esempio). Tuttavia, non avendo più “abbondanza” di risorse, se così si può definire, le poche disponibili dovranno essere difese con i denti. Prevediamo risse per le strade di Partanna se questa ordinanza dovesse essere effettivamente applicata.
L’idea che basti togliere il cibo per fare allontanare miracolosamente i cani dal suo comune è miope e decisamente ignorante. Chiunque sia sorpreso a dare cibo ai randagi diventa automaticamente obbligato alla loro custodia e addirittura all’iscrizione all’anagrafe canina.
Ma di chi sono i cani randagi o vaganti su un territorio? Per legge, sono del Sindaco, che potrebbe essere denunciato per maltrattamento di animali.
Cosa andrebbe fatto
Il fenomeno del randagismo è una piaga apparentemente impossibile da risolvere, soprattutto al sud Italia. Cosa andrebbe fatto? Difficile a dirsi, ma sicuramente la soluzione non è farli morire di fame, per le ragioni sopra esposte.
Un buon punto di partenza potrebbe essere quello di implementare i controlli sui microchip. Avere la possibilità di risalire al proprietario di un cane vagante, può essere sicuramente un forte deterrente all’abbandono.
Sterilizzazioni di massa dei randagi presenti nel comune, che in mancanza di una struttura, potranno essere reimmessi in territorio. La figura del cosiddetto cane di quartiere, è stata pensata proprio per questo.
La Lega Nazionale per la Difesa del Cane, con una lettera firmata dalla Presidente Piera Rosati, ha invitato quindi il sindaco Nicolò Catania a riformulare la sua Ordinanza, limitandosi a quelle misure di controllo ed educazione del cittadino che gli sono richieste dalla normativa vigente, rispettando anche il suo ruolo di garante del benessere di tutti gli animali presenti sul territorio del suo Comune.