Utilizzo del cibo nell’educazione del cane e metodo gentile

Oggi affrontiamo un argomento molto controverso nel mondo dell’educazione cinofila: l’utilizzo del cibo in addestramento. Quasi tutti quelli che si oppongono all’uso di ricompense in cibo fanno parte della scuola cosiddetta “tradizionalista”, e preferiscono usare metodi più violenti anche se non li spacciano come tali.

Non troverete mai nessuno che vi dirà “per educare il cane bisogna fargli male”. Questo va contro la morale del 99% dei proprietari di cani. Per sopravvivere ed aver clienti si useranno piuttosto frasi come:

  • Bisogna fargli capire chi comanda
  • Non si fa male se lo usi bene
  • Con il cibo lo corrompi, e non sei un vero capobranco
  • Se usi il cibo all’inizio poi ne avrai sempre bisogno o non ti ascolterà

Il rinforzo positivo

Il rinforzo positivo che viene usato nell’educazione gentile, è qualcosa che piace al cane (non necessariamente cibo), che viene usato appunto per “rinforzare” o premiare, confermare, incoraggiare il cane dopo aver compiuto un azione o un comportamento corretto.

Come dicevamo, non è necessario che si tratti di cibo, dato che non tutti i cani sono motivati dalle risorse alimentari. Una ricompensa sufficiente può essere anche una carezza, una parola dolce di approvazione, il lancio di una pallina o un nuovo gioco. Di qualsiasi cosa si tratti, è essenziale che piaccia al cane.

Dovrai sempre usare il cibo

Questa argomentazione è spesso fornita da chi non ne sa assolutamente nulla dell’educazione basata sul rinforzo positivo, ed è totalmente falsa.

Il cibo può essere usato in un primo momento in maniera continua, ovvero: premio il cane ogni volta che esegue un comportamento richiesto, o esegue spontaneamente un’azione a noi gradita. L’obiettivo finale, resta comunque togliere il cibo, ed è anche piuttosto semplice.

Dopo qualche ripetizione si potrà infatti procedere a “premiare” il comportamento gradito di tanto in tanto. Esempio: chiediamo al cane si sedersi e lo premiamo ogni 3 volte che lo fa.

Lo step successivo sarà premiare in modo imprevedibile, ovvero: una volta premiamo ogni 3 ripetizioni, una volta ogni 5, la volta dopo ogni 2. Si parla in questo caso di rinforzo variabile. L’aspettativa di ricompensa che si crea in questo modo, fa si che sarà possibile eliminare del tutto la ricompensa in cibo, dato che il cane avrà assimilato il comportamento.

Lo corrompi. Meglio promessa o minaccia?

No, non è decisamente quello che stiamo cercando di spiegare. Non si tratta di corruzione, ma di un premio da dare DOPO che il comportamento è stato eseguito. Potremmo definirla meglio come una promessa. E’ come se dicessimo al cane “se fai questo, otterrai questo”.

Nell’educazione “tradizionale” coercitiva, il comportamento è eseguito su minaccia. Esegui questo comportamento o avrai uno strattone, una botta, un collare a strozzo che si serra o qulsiasi altra punizione.

Il problema enorme è purtroppo che entrambi i metodi funzionano. In un caso il cane eseguirà un comportamento perchè sa che avrà una bella ricompensa alla fine. Anche se non esegue il comportamento proverà comunque ogni cosa per raggiungere il suo obiettivo. Si attiverà mentalmente, ragionerà.

Nell’altro metodo il cane eseguirà il comportamento (anche in maniera più rapida rispetto al metodo gentile) perché terrorizzato dalle possibili conseguenze. La rapidità è uno dei fattori di appeal di questo metodo. La gente vuole tutto e subito. Vuole il cane perfetto, educato, poco importa come si è arrivati a questo obiettivo.

Se vi trovaste di fronte un educatore cinofilo che vi propone metodi coercitivi spacciandoli “per il suo bene“, per favore, correte a gambe levate e cercatevi un educatore serio.


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