I cani vedono al buio?

Ecco una domanda che in molti si saranno posti: i cani riescono a vedere in condizioni di scarsa luminosità o al buio più totale? La risposta è Si, ma con alcune distinzioni.

La visione dei cani di notte

L’essere umano è assolutamente poco adatto a vivere nell’oscurità. Viviamo in ambienti sempre illuminati, e alcune persone hanno addirittura bisogno di una luce sul comodino per potersi addormentare in tutta tranquillità. Abbiamo coniato addirittura un termine per descrivere la paura del buio: acluofobia.

La stessa cosa non può dirsi dei nostri cani. La loro capacità di vedere al buio, per quanto non al livello di quella dei gatti, supera di gran lunga quella degli umani.

Questo è possibile grazie al Tapetum lucidum, ovvero uno strato riflettente posto subito dietro, e talvolta all’interno della retina che permette di aumentare la quantità di luce che può essere catturata dalla retina stessa.

Avete mai fatto caso al fatto che fotografando un cane di notte con il flash, gli occhi sembrano sempre indemoniati? Niente paura, è il tapetum lucidum. Ecco qui un esempio:

tapetum-lucidum

L’occhio del cane ha molti più bastoncelli di quello umano, ma ha solo due tipi di coni (l’occhio umano tre). Questo fa si che, data anche l’ampia dilatazione delle pupille, il cane possa vedere meglio di un essere umano anche con una luce molto fioca, ma distingue un numero inferiore di colori.

Oggetti in movimento

Insieme alla visione notturna, un’altra straordinaria capacità dei nostri cani è quella di percepire qualsiasi cosa in movimento. I bastoncelli, oltre che della capacità di vedere in presenza di poca luce, sono infatti responsabili anche della capacità di percepire oggetti in movimento.

Riflettendoci un po’, non è poi così assurdo che i cani abbiano sviluppato nel corso della loro evoluzione queste due straordinarie capacità.

La loro sopravvivenza è dipesa dalla capacità di individuare e catturare le prede per potersi nutrire (soprattutto di notte).

I loro occhi riescono a catturare ed elaborare le immagini in un modo che ricorda il funzionamento delle macchine fotografiche con scatto a raffica, per cui la loro visione diventa simile ad una sequenza lenta di immagini.

In una studio portato a termine in Gran Bretagna nel 1936 sono stati presi in esame 14 cani delle forze dell’ordine. L’esperimento ha mostrato come i cani fossero in grado di riconoscere un oggetto in movimento da una distanza di circa 900 metri, ma trovassero molte difficoltà nel riconoscere lo stesso oggetto qualora si trovasse immobile ad una distanza molto più ravvicinata.

Questo spiega anche il perché i cani sfruttino molto il proprio organo olfattivo trovandosi davanti oggetti a una distanza ravvicinata. Riescono perfettamente a colmare con l’olfatto la difficoltà che hanno a mettere a fuoco oggetti molto vicini.


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