Cina: il rifugio italiano per i cani scampati al macello di Yulin

Cina – Ogni anno, in occasione del Festival di Yulin, tantissime organizzazioni, piccole e grandi, locali e internazionali, ma anche tanti semplici cittadini, organizzano attività e proteste.

Per chi non lo sapesse, quello di Yulin è un festival conosciuto anche come festival della carne di cane. In questa occasione infatti vengono macellati e cucinati migliaia di cani.

Anche dall’Italia non manca la mobilitazione, con certe organizzazioni e certe persone molto attive, guidate dal desiderio di fermare questo massacro.

In particolare un ragazzo, Davide Acito, si spende tantissimo per aiutare i cani di quella regione con la sua associazione Action Project Animal.

Da questo suo grande sforzo nasce il primo rifugio “italiano” in Cina, che ospiterà i cani sopravvissuti al macello.

Il nome del rifugio che è già in costruzione è Island Dog Village, un vero e proprio villaggio che potrà contare su una zona di quarantena, un ambulatorio veterinario, una casa per il custode, 8 edifici climatizzati, giardini per i cani e un impianto di webcam sia per motivi di sicurezza, sia per poter diffondere online le immagini di questo posto pieno di speranza.

La carne di cane è purtroppo un piatto popolare della Cina rurale, dove viene considerata non solo una prelibatezza, ma anche un cibo dotato di proprietà ineguagliabili.

Infatti è diffusa la credenza che nutrirsi di cani da alle persone maggiore virilità e forza, in particolare se lo stesso povero cane è morto soffrendo. Una barbarie ingiustificabile.

Grazie alle donazioni dei privati è stato possibile raccogliere i circa 30 mila euro necessari per costruire la struttura, che servirà a dare assistenza immediata ai cani salvati dalle grinfie dei ristoratori locali.

Uno dei problemi riscontrati dagli attivisti in passato è quello di ritrovarsi con cani in precarie condizioni di salute, che anche se salvati dal macello avevano comunque poche probabilità di sopravvivere a causa delle malattie.

Lo stesso Davide ha le idee molto chiare per il futuro:

Ora è assolutamente chiaro che l’Island Dog Village crescerà di pari passo agli altri progetti di adozione e di sensibilizzazione che si svolgeranno soprattutto nelle scuole coinvolgendo bambini e studenti. È assolutamente fondamentale che cambi la mentalità: solo così possiamo avere qualche speranza in una vera trasformazione, sperando che tra qualche anno il dog meat trade, il triste commercio di carne di cane, sia soltanto un brutto ricordo. Anche quest’anno saremo a Yulin dall’inizio di giugno e ci concentreremo su due fronti: da un lato l’assalto ai camion che trasportano i cani destinati al mercato, con l’obiettivo di portarne via il più possibile. Dall’altro invece la visita diretta ai macelli per cercare di convincere i proprietari a cederci i cani prima che vengano sgozzati


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