Pokemon Go sarà ricordato come il tormentone dell’estate 2016. Sebbene sia stato rilasciato in Europa solo a partire dal 16 luglio, l’enorme successo del gioco sviluppato da Nintendo e Niantic è senza precedenti.
Se avete meno di 30 anni è probabile che sappiate bene di cosa stiamo parlando. Se ne avete più di 30 vi basti sapere che si tratta di un’applicazione per smartphone Android o Apple, che ha la particolarità di non poter essere giocata seduti comodi in casa. Per poter scovare i Pokemon, affrontarli all’interno di palestre o far schiudere le uova è infatti necessario muoversi per la città e camminare.
Idea geniale, senza alcun dubbio. Rivoluzionaria per certi versi, dato che distrugge le critiche di eccessiva sedentarietà che comporta la dipendenza da smartphone. Non ci dilungheremo sulle critiche o le lodi al gioco, dato che ci preme scoprire in che modo un canile americano abbia provato (con successo) a cogliere la palla al balzo per aiutare i cani.
L’iniziativa del canile
Qualche giorno fa sulla pagina facebook del Muncie Animal Shelter è apparsa quest’immagine:
Il testo, molto conciso, dice questo:
“Stai cercando di far schiudere un uovo o di trovare un pokemon raro? Vieni al Muncie Animal Shelter per far passeggiare uno dei nostri cani mentre vai a passeggio! Ti basta andare all’accoglienza e dire che sei qui per i ‘Pokemon dogs!”.
Inutile dire che dato l’enorme successo del gioco, le condivisioni di questo post sono state migliaia. In pochi giorni parecchie persone si sono recate in canile per portare a spasso un cane, e alcuni (pochissimi), hanno anche deciso di adottare il cane che hanno portato in giro. Naturalmente il canile ha preventivamente selezionato dei cani “adatti” a fare delle passeggiate in tranquillità (non aggressivi, nervosi, malati).
L’iniziativa è lodevole e sicuramente più adatta al panorama statunitense. La notizia è stata riportata su molti quotidiani nazionali e non mancano persone che auspicano esperienze come questa anche in Italia. Per quanto sarebbe bello, a nostro parere, non è una buona idea e non sarebbe facilmente realizzabile.
Il confronto
Partiamo da un confronto fra le due realtà.
In America quotidianamente viene praticata l’eutanasia su migliaia di cani. Questo implica che il tempo di permanenza di ogni cane presso una struttura è molto limitato. I cani arrivano in canile da una tranquilla vita nel mondo esterno, e se non vengono reclamati o adottati entro un periodo di tempo, vengono abbattuti. Questo comporta che i cani americani abbiano familiarità con i rumori delle città e tutti i problemi quotidiani a cui si può andare incontro passeggiando con un cane. Nella maggior parte dei casi sono appena entrati in canile.
In Italia la legge 281/1991 prevede che i cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso le strutture di cui al comma 1 dell’articolo 4, non possono essere soppressi. Queste norme fanno si che il tempo di permanenza di un cane all’interno di un canile possa essere pressoché infinito in attesa di un’adozione. Vi ricordate Girella? 15 anni in canile e adesso felicemente adottata. La conseguenza di questa permanenza prolungata è un cane totalmente estraniato dalla rumorosa vita di tutti i giorni. Anche dopo un periodo di permanenza relativamente breve (1-2 anni) è necessaria una graduale re-inserzione del cane, facendogli fare piccole e brevi esperienze al di fuori della struttura, per poi gradualmente reinserirlo al 100% nel mondo esterno. Tutto ciò non può essere fatto da chiunque. Solo persone esperte, come gli educatori cinofili, possono portare a termine questo percorso. Non certamente qualcuno che sta giocando ai pokemon sullo smartphone.
L’attenzione al cane
Se anche ci fossero le condizioni ideali (dalla parte dei cani in canile), resterebbe comunque una pessima idea. Andiamo in canile, prendiamo un cane e camminiamo con gli occhi sul cellulare a cercare pokemon. Questa foto è stata scattata al Central Park di New York:
Ognuno di loro ha gli occhi puntati sullo smartphone, tranne forse il ragazzo di colore sulla sinistra. Immaginate cosa potrebbe succedere se avessero in mano un cane al guinzaglio? No no, fermi un attimo… quale mano? Una regge lo smartphone e l’altra serve a lanciare la pokéball.
In un commento su un famoso sito che si occupa di cani ho letto quanto segue: Il guinzaglio te lo leghi in vita, a mo’ di borsa o lo tieni nella stessa mano del telefono a seconda del cane che hai, ma non è così complicato…
Ma siamo tutti fuori di testa?
Il punto
Ci sono fanatici del gioco e critici spietati. Non ci riguarda.
E’ probabile che qualche realtà italiana proverà a replicare il successo del canile americano e gli auguriamo di riuscirci. Resta però la profonda tristezza per la poca attenzione e la svogliatezza con la quale si faranno queste passeggiate. Ci auguriamo che non succeda nulla di spiacevole, ma fra il carattere a volte irruento di alcuni cani, la poca attenzione o l’inesperienza dell’umano, gli ingredienti per una tragedia ci sono tutti.
Non si potrebbe semplicemente aprire gli occhi verso una realtà difficile come quella dei canili? Se si è veramente disposti a dare una mano, portare in giro un cane, o fare volontariato, credo non sia strettamente necessario stare incollati a uno smartphone in attesa di chissà quale sorpresa.
L’attenzione che bisogna prestare al cane durante una passeggiata è massima. Un cane non è un accessorio. E’ un essere vivente con proprie emozioni e una sensibilità unica. Non si dovrebbe neanche scrivere su Whatsapp o Facebook durante una passeggiata, figuriamoci giocare a un gioco online.
E’ una questione di rispetto, di consapevolezza dell’altro e di amore nei confronti del cane.
Merita tutta la nostra attenzione.