Bergamo – Di recente l’amministrazione bergamasca ha dichiarato di voler agire in maniera significativa per risolvere il problema del maltrattamento dei cani all’intero del comune lombardo.
Alle parole sono seguiti i fatti, così è cominciata una campagna di sensibilizzazione, per aiutare i cittadini, possessori di animali e non, a capire quali sono le corrette abitudini di un proprietario di un cane, gatto o altro animale domestico.
Allo stesso tempo l’invito alla popolazione a segnalare quelle persone che trattano male gli animali domestici o non ne hanno sufficiente cura.
Questi sono i presupposti che hanno probabilmente contribuito alla segnalazione oggetto di questo articolo, quella fatta da una donna bergamasca, per portare a conoscenza delle autorità un maltrattamento in corso.
Nella fattispecie infatti, parliamo di un cane detenuto in un box, quasi tutto il giorno, tutti i giorni. Condizioni assolutamente non idonee alla vita di un animale sociale come il cane.
Come riportato da BergamoNews, la donna ha realizzato un vero e proprio report fotografico, che ha prontamente inviato al garante per i diritti degli animali, Paola Brambilla, insieme agli orari in cui era più facile trovare il cane chiuso nel box.
Così la Polizia Municipale si è recata sul posto, potendo constatare l’effettiva violazione dei diritti di questo povero cane.
In un secondo intervento, i vigili hanno intimato alla famiglia di provvedere a una migliore detenzione dell’animale, nonché a dotarlo del microchip del quale non aveva traccia, nonostante l’età adulta. Contestualmente hanno provveduto a notificare una multa di 250€ se pagata subito.
Queste persone hanno però preferito affidare il cane a una famiglia più responsabile, che subito provveduto a portarlo dal veterinario, per assicurarsi delle buone condizioni di salute e provvedere a mettere il chip identificativo.
Ecco le parole del garante per i diritti degli animali, l’Avvocato Paola Brambilla:
Un segnale, giusto precisarlo, non di un aumento delle violazioni ma proprio di una maggiore consapevolezza da parte della cittadinanza su questa specifica tematica. Essere a conoscenza degli strumenti di intervento a nostra disposizione e della certezza dell’intervento stesso sono incentivi potentissimi: ed era proprio questo l’obiettivo del regolamento per la tutela e il benessere degli animali, disincentivare comportamenti scorretti e promuovere invece le buone pratiche.
A noi è arrivata una segnalazione molto accurata, con tanto di reportage fotografico accompagnato da data e orario. Dopo aver costruito un dossier abbiamo allertato la polizia locale che in quel modo sapeva già in quali orari poter trovare il cane: il primo sopralluogo è servito a constatare che, effettivamente, il cane viveva in condizioni non idonee mentre durante il secondo la polizia è entrata nella proprietà, trovando un animale non chippato nonostante l’età adulta. In quella circostanza i proprietari erano stati invitati a regolarizzare la propria situazione ma dopo qualche giorno chi ci aveva segnalato la cosa ci ha ricontattati per avvisarci che il cane era sparito: era infatti già stato ceduto a un’altra famiglia che ha provveduto subito alle cure necessarie e all’iscrizione all’anagrafe canina. In questo modo abbiamo da un lato sconfitto un possibile caso di randagismo e dall’altro abbiamo contribuito a un maggior benessere dell’animale
Le segnalazioni di questo tipo, per animali tenuti sul balcone per ore o rinchiusi in luoghi non idonei ci permettono di fare controlli mirati. Oltre alla sanzione, ciò che più ci interessa è il cambio di atteggiamento del proprietario
Se da un lato non possiamo che essere contenti e pieni di speranza per la povera creatura salvata, all’altro ci chiediamo se una multa di 250€ sia una sanzione equa per questo genere di comportamenti, nonché un deterrente efficace.