La polemica sul costo eccessivo e a volte assurdo dei farmaci veterinari è sempre attuale. Il tema è stato solo sfiorato dal servizio di Report sull’alimentazione, che ha suscitato enormi polemiche (se ve lo siete perso lo trovate qui). Ma perché dobbiamo pagarli così tanto se molto spesso sono l’esatto equivalente dei farmaci umani che costano la metà, se non addirittura 4 volte di meno?
Un business da 600 milioni di euro
Niente a che vedere con i 25 miliardi circa di spesa per la salute umana, ma resta ad ogni modo una cifra considerevole per le case farmaceutiche che producono questi medicinali. Secondo un articolo apparso a settembre 2015 sul sito salute.gov.it, il prezzo non dipenderebbe dal Ministero della Salute. La “colpa” del rincaro eccessivo sarebbe da attribuire, secondo loro, ai costosi test che vengono effettuati tra la prima somministrazione del farmaco e la sua commercializzazione. Un altro fattore sarebbe anche la scarsa reperibilità di farmaci veterinari all’interno dell’Unione Europea.
Cosa accade normalmente
A parità di principio attivo e costo notevolmente inferiore, un farmaco “umano” potrebbe essere utilizzato senza problemi in medicina veterinaria. Per di più, alcune compresse (come il Synulox ad esempio, equivalente 4 volte più caro del nostro Augmentin) vengono vendute come “appetibili” agli animali, in modo da facilitare la somministrazione. Chiunque lo abbia adoperato sa bene che non è sempre la realtà dei fatti. Il cane non ne vuole sapere di ingerire quella compressa.
Quotidianamente quindi accade questo:
- si danno di nascosto i farmaci per uso umano al proprio cane o gatto (spesso sbagliando i dosaggi): non si dovrebbe MAI fare. Un farmaco innocuo per noi potrebbe essere molto pericoloso per il nostro cane. Consultate sempre un veterinario.
- Alcuni veterinari, rischiando multe da 1500 a 9000 euro, li prescrivono sottobanco a clienti in difficoltà economica.
- In farmacie dove l’offerta veterinaria è ridotta, il farmacista consegna la versione umana del medicinale in mancanza di quello specifico dato che ordinarlo significherebbe aspettare anche una settimana mettendo in pericolo la salute dell’animale.
Petizione
L’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ha recentemente lanciato una petizione per chiedere al Ministro della Salute che le prescrizioni mediche veterinarie si riferiscano al principio attivo e non alla marca del prodotto. Attualmente i veterinari sono obbligati a indicare la marca del farmaco che viene prescritto, e non semplicemente il principio attivo (lasciando al cliente la facoltà di scegliere il farmaco meno caro). Ecco cosa scrive l’ENPA:
Curare gli animali da compagnia è diventato un costo insostenibile per le famiglie italiane, già duramente provate dalla crisi e da un carico fiscale estremamente oneroso.
L’attuale normativa prevede infatti che i veterinari non possano prescrivere ai loro pazienti animali farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari – più costosi – con le stesse indicazioni terapeutiche.
Secondo quanto calcolato dalla Protezione Animali, il passaggio dai medicinali umani ai farmaci veterinari comporta in alcuni casi un aggravio ben superiore al 100%.
Il costo della ranitidina (gastroprotettore per ulcera), ad esempio, è aumentato da 8,59 a 16 euro; quello delle cefalosporine (un potente battericida) da 3,9 euro a 27,5, mentre il Benazepril – un farmaco indicato per l’insufficienza cardiaca – è passato da 7,76 euro a 18,9.
Si tratta naturalmente di costi relativi alla singola confezione e non all’intera durata della terapia, che può anche prolungarsi nel tempo e che in alcuni casi può essere prescritta per l’intera vita del paziente. Condividiamo la necessità di garantire maggiore sicurezza ai pazienti animali, ma non comprendiamo il motivo per cui nel nostro Paese i farmaci veterinari abbiano costi così esorbitanti, che riteniamo ingiustificati.
Per questo chiediamo al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che venga resa obbligatoria la prescrizione medica del principio attivo, piuttosto che la marca del medicinale, anche per i medicinali destinati all’uso animale. Prendersi cura di un animale non può essere un costoso privilegio: azzeriamo l’enorme differenza tra i prezzi dei prodotti veterinari ed il resto dei prodotti farmaceutici in commercio.
FIRMA LA PETIZIONE (servono 150.000 firme e siamo “solo” a circa 90.000 al momento).