La sindrome del tessuto ovarico residuo nel cane

Sintomi del calore dopo la sterilizzazione

Parliamo oggi di una sindrome piuttosto particolare. Dopo aver effettuato una sterilizzazione, può accadere infatti che il cane mostri tutti (o quasi) i sintomi del calore, nello sbalordimento più totale del proprietario che non si sarebbe mai aspettato qualcosa del genere.

Si tratta per la verità di un evento abbastanza raro, ma che comunque vale la pena di conoscere per sapere come affrontarlo se si dovesse presentare. Da cosa dipende innanzitutto?

Quando si sterilizza un cane, si parla generalmente di ovariectomia o ovarioisterectomia, a seconda che siano stati tolti rispettivamente solo le ovaie, oppure ovaie e utero. Nel caso in cui si manifestassero segni di calore anche dopo la sterilizzazione, le ragioni sono principalmente due:

  • Errore chirurgico: tessuto ovarico non rimosso completamente
  • Tessuto ovarico ectopico, ovvero situato, per anomalia congenita, in sede diversa dalla normale

Il tessuto ovarico ectopico in particolare, è in grado di produrre ormoni anche dopo la rimozione completa delle ovaie, facendo si che si manifestino i sintomi del calore. Questa circostanza può verificarsi qualche settimana dopo la sterilizzazione o addirittura fino a 3-4 anni dopo l’intervento di sterilizzazione.

Diagnosi e trattamento

Per diagnosticare la sindrome del tessuto ovarico residuo generalmente è sufficiente che il cane manifesti i tipici sintomi del calore: aumento di volume delle parti genitali e perdita di sangue sono i più evidenti.

Nel caso in cui  permangano dei dubbi si possono effettuare dei test in laboratorio per determinare il livello degli estrogeni nel sangue o in alternativa anche un esame delle cellule vaginali.

Per risolvere il problema, l’unica via percorribile che garantisce un risultato apprezzabile è un nuovo intervento chirurgico, prima del quale verrà fatta un ecografia per determinare la posizione del tessuto rimanente. Purtroppo non è sempre facile ritrovarlo con la chirurgia tradizionale, ed è preferibile dunque ricorrere ad un intervento in laparoscopia (tra l’altro molto meno invasivo).

L’asportazione del tessuto residuo risolve definitivamente il problema e non sarà necessario alcuna terapia nei mesi successivi.

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