I cani nutrono rancore come gli umani?

Esiste qualcosa che tutti i proprietari di cani conoscono anche fin troppo bene: quello sguardo infelice che il cane ci rivolge talvolta quando succede qualcosa di spiacevole per lui.

Quando ad esempio usciamo per andare a lavoro e lo lasciamo da solo, oppure quando gli leviamo qualcosa che ha raccattato per strada durante la sua passeggiata.

Talvolta oltre allo sguardo ci sono comportamenti che sottendono angoscia, come il rannicchiarsi, il tremare, in certi casi il cane tende per un po’ ad evitare o ignorare la persona “colpevole”.

Insomma, se ad adottare un comportamento del genere fosse un essere umano, non avremmo grossi dubbi su come interpretare il tutto: rancore.

Ma anche per i cani funziona così? Quello che osserviamo può essere definito rancore?

Innanzitutto, ricorda sempre che noi esseri umani tendiamo inevitabilmente a umanizzare ogni cosa dei nostri animali domestici, tuttavia dobbiamo tenere sempre presente che siamo animali con una natura ben distinta.

Cerchiamo allora di capire un po’ meglio la psicologia canina e confrontarla con quella umana.

La memoria nel cane e nell’uomo

Il rancore è un sentimento basato sulla memoria: quando qualcuno si comporta scorrettamente o fa qualcosa che non ci piace, noi ricordiamo questa cosa e per questo proviamo risentimento.

Possiamo dunque dire che senza una memoria a lungo termine, non saremmo in grado di provare rancore. Infatti quello che rende possibile il provare rancore è quella che viene definita memoria episodica, ossia la capacità di tenere a mente determinati episodi.

I cani non hanno questa capacità. Per quanto anche loro abbiano memoria a breve e lungo termine, il più dei ricordi si limita ad un paio di minuti. Questo è uno dei motivi per i quali il tuo cane ti fa tanta festa anche se non lo vedevi da 10 o 15 minuti.

Quanto detto però non vuol dire che la loro memoria sia così pessima, è soltanto diversa. I cani privilegiano la memoria associativa.

Quando succede qualcosa, associano la loro esperienza a un’emozione specifica. Queste associazioni possono essere negative, positive o neutre.

Quando ricevono le coccole sul divano, i cani associano quel ricordo con affetto e sicurezza. Quando sono dal veterinario, associano paura e forse dolore alle persone coinvolte, al luogo in cui si trovano e alla routine che porta all’appuntamento.

Le associazioni possono essere fatte verso persone, azioni, luoghi, altri cani e persino odori. Quando succede qualunque cosa, si affidano alla memoria associativa per decidere come sentirsi a riguardo.

Il comportamento che fa credere a molte persone che il loro cane nutre rancore è probabilmente la sua risposta a un’associazione negativa. Il cane non ripensa alla cosa specifica che li ha turbati, ma invece all’emozione che questa cosa ha prodotto.

Quando il tuo cane corre e si nasconde quando tiri fuori il tagliaunghie, non sta necessariamente trattenendo rancore da quella volta in cui hai accidentalmente tagliato troppo le sue unghie: usta piuttosto associando il tagliaunghie con il dolore che ha provato.

Il cane ti capisce più di quanto tu non capisca lui

Inoltre considera anche la possibilità che il comportamento del tuo cane sia stimolato dalle tue emozioni, non dalle sue.

I cani sono estremamente perspicaci e capiscono ciò che pensano i loro proprietari con sorprendente chiarezza.

Ad esempio, se pesti la zampa del tuo cane, molto probabilmente proverai sensi di colpa e qualche tipo di angoscia, trasmettendola al tuo cane. Il tuo cane percepirà che c’è qualcosa che non va, e preferirà stare lontano per evitare quelle emozioni negative.

In definitiva, no. I cani non provano quel rancore proprio degli esseri umani!


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